JONATHAN CILIA-FARO si racconta alla redazione

Quando hai iniziato ad interessarti alla musica?

Avevo nove anni quando timidamente mi avvicinai a un pianoforte, che suonava una suora. Fu amore a prima vista! Stavo ore appoggiato al bordo della tastiera memorizzando il movimento delle sue dita. Frequentavo la scuola media S. Quasimodo di Ragusa e durante le ore di silenzio di un’aula musicale grazie alla complicità di due bidelli riuscivo a fare almeno due ore di pratica. Sono ricordi che non puoi dimenticare. Da un vecchio giradischi ascoltavo Pavarotti sognando di suonare in grandi teatri.

Raccontaci del tuo percorso artistico 

La mia vita artistica l’ho sempre paragonata a un viaggio verso l’America. Prima a piedi e poi in nave, dove potevo contare solo su me stesso. Ho subito molti atti di bullismo soprattutto nei lavori temporanei che mi servivano per andare avanti nei momenti di transizione tra un percorso musicale a un altro. Ho fatto i miei primi concorsi canori con giacche prestate da amici, ma ero cosi deciso a far ascoltare la mia voce e le mie canzoni che ogni volta incontravo sul mio cammino una persona che mi portava al livello successivo. Primo disco nel 1996: un totale fallimento. Quattro anni dopo con il disco RINASCI cominciai a raccogliere soddisfazione, nonostante mi autoproducessi. Guardando i miei venti anni di musica rifarei tutto per essere quello che sono oggi. Q

 

Quali sono i tuoi punti di riferimento? (cantanti, band, fonti di ispirazione) 

Nel ‘92 sono rimasto incantato dalla voce di Sandi Patty, perché in lei c’erano la grinta e l’anima. Oggi abbiamo lo stesso manager. Nel ‘96 il debutto di Andrea Bocelli segna con forza il mio obiettivo artistico, anche se oggi non è più come negli anni del suo inizio, ma prendo esempio da lui, non voglio fare gli errori artistici che secondo me ha fatto. Tom Brooks ed Alan Parsons mi hanno dato l’impronta musicale senza dimenticare Stelvio Cipriani e Peppe Arezzo, l’insegnante di pianoforte che mi avviò alla musica.

 

Cos’è la musica per te?

La musica é l’ultima cosa cui penso la sera e la prima cosa che mi sveglia la mattina. È pace, è la mia migliore amica, la musica è vita, ed è il mio metro di misura: dimmi cosa ascolti e ti dirò chi sei… La musica è lo specchio dell’anima.

Hai un particolare progetto a cui arrivare come massima aspirazione?

Lasciare in eredità ai miei figli la musica di Jonathan Cilia Faro. Una musica che fa stare bene, che aiuta a guarire dalle ferite della vita, che fa gioire, che forma caratteri e ispira uomini, donne e piccini. Io faccio musica per dare dei messaggi positivi. La musica che ispira e che rende il mondo, un posto migliore per tutti.