Gli Ukulele Lovers si raccontano alla redazione

1. Quando hai iniziato ad interessarti alla musica?

Milena: Canto da quando ho tre anni…una delle prime canzoni Montagne verdi di Marcella Bella…i vicini mi guardavano con un sorriso ironico. La domanda era..non farà mica la musicista?!!!! Poi una Bontempi arancione e bianca mi ha accompagnata per gran parte delle elementari…e una suora incredibile mi ha insegnato a suonare l’organo in chiesa e mi ha fatto ascoltare tutti i balletti russi..dopo il Conservatorio…pianoforte e musica vocale da camera..tanto e tanto studio.

 

2. Raccontaci del tuo percorso artistico.

Andrea : la mia generazione ha avuto il privilegio di suonare la chitarra nelle piazze delle città. Negli anni ’70 una chitarra era ovunque, in tutte le case, nelle auto la chitarra ci seguiva al mare e ci faceva cantare tutti assieme; ogni sera passava di mano in mano e tutti sapevano suonare qualche accordo; ma quando arrivava in braccio a quelli bravi era davvero incantevole, magia pura. Allora mi incollavo per tentare di scoprire quei passaggi che poi provavo a casa e in seguito cercavo di ripetere con gli amici, nelle prime band. Nei giorni meravigliosi ed euforici per la scoperta del rock, della creatività e poi del jazz.

 

3. Quali sono i tuoi punti di riferimento (cantanti, band, fonti di ispirazione)?

Antonella: Mi sono appassionata da subito un certo “Country”. Intorno ai 12 anni gli America furono per me fonte di grande ispirazione, compagnia, studio. Poi, gradualmente, i gusti si affinarono, soprattutto dopo aver conosciuto Andrea Boschetti, che mi fece conoscere Joni Mitchell, Pat Metheny, Jaco Pastorius, Pino Daniele e altri grandi, insieme a tanto Jazz, sino all’ukulele. Ora come ora non mi concentro su un genere ma cerco quello che mi corrisponde, al massimo cerco di evitare i tranelli comunicativi di falsi miti.

 

4. Cos’è la musica per te?

(Ilaria) Domanda da un milione di euro. La musica c’è e, se non ci fosse, io sarei un’altra. Ho scoperto, studiando, che è faticosa, che non è scontata e che ci vuole una grande intelligenza per fare la cosa giusta al momento giusto (in musica come nella vita). Per me però ha significato accettazione, comprensione, amicizia, disciplina.Infine è solo gioia infinita quella che provo quando faccio musica con gli altri.

5. Hai un particolare progetto a cui arrivare come massima aspirazione?Barbara: Contribuire allo sviluppo del gruppo degli Ukulele Lovers, perché in questo gruppo si sono ritrovate unite in un’idea positiva varie persone, eterogenee non solo dal punto di vista umano ma anche musicale (non siamo tutti musicisti con il diploma, io per prima), e anche perché in esso si è creata una sintesi tra qualità della musica, ricerca, gioco, ironia, comunicazione. Per me è davvero tanto, e soprattutto in un periodo sociale e artistico come quello che stiamo vivendo, si tratta di una vera botta di fortuna, da condividere!